22 Marzo 2018 - Comunicati
Non avevamo mai pensato di salutarlo un’ultima volta in quella grande chiesa, il Duomo di Prato, gremita fino all’inverosimile. A volte la realtà è peggiore dell’immaginazione, perché un personaggio di tale vitalità, di tale immediata e travolgente simpatia, sembrava quanto fosse di più lontano da un destino fatale. Un ultimo saluto in una tiepida giornata di primavera, attorniano da centinaia di giovani che in anni lontani e recenti Fiorenzo aveva entusiasmato con il suo modo di relazionarsi e di insegnare. Ne era testimonianza un camice bianco da laboratorio con sopra centinaia di firme appoggiato sopra al feretro. Poi anche una roccia su quella bara ed era facile riconoscere che veniva dalla Calvana, la montagna da lui tanto studiata, su cui molto aveva scritto e perfino eletto anche a luogo magico per concerti ed incontri di musica.
Presidente della sezione del Club Alpino Italiano di Prato e del Comitato scientifico Toscano, e con altri importanti incarichi, sempre più presente che presidente in tutte le manifestazioni in cui montagna, speleologia, cultura ambientale, scienze naturali e perfino musica in montagna trovavano una loro sintesi. Anche chi lo aveva conosciuto solo da poco tempo non poteva che avere stabilito in breve un legame di simpatia e di affetto, tanta era la peculiarità di Fiorenzo di mettere ogni persona a proprio agio perché subito si mostrava accogliente, coinvolgente con atteggiamenti allo stesso tempo semplici e profondi, spesso alternandosi con aneddoti che ci facevano rimanere quasi incantati dal suo raccontare. Erano bastate le poche parole del sindaco per ricordarci chi era Fiorenzo: “Eri una persona garbata, gentile, in un mondo di urlatori, che sapeva però dare soluzioni. Da oggi tutti noi siamo un po’ più poveri”.
Una riunione del Comitato Scientifico, con lui presidente, era sempre un’occasione per volare lontano, per vedere le cose da un’altra prospettiva. In un corso di aggiornamento per Operatori Naturalistici, durante la sosta pranzo, aveva dissertato della bontà di un piatto di tortellini per poi passare a raccontare degli aspetti particolari e poco conosciuti della sua città di Prato per poi finire poco dopo a stupirci mentre ci mostrava nel museo di Scienze Planetarie di Prato le meteoriti provenienti da Marte e dalla Luna. Con quel suo modo colorito di esprimersi ci aveva parlato dei suoi viaggi in Antartide quasi come una passeggiata fuori casa, mentre forse i suoi viaggi più importanti erano proprio quelli, i viaggi inerenti alla sua attività come presidente della sezione di Prato in cui ogni iniziativa era profondamente calata nella realtà locale, perché per lui il Club Alpino Italiano era qualcosa che si integrava profondamente con i desideri e gli interessi della comunità locale.
Resta la nostra inadeguatezza a rappresentare a chi non lo ha conosciuto quale animo nobile, e non sembri questa parola eccesiva, rappresentasse la figura di Fiorenzo, una di quelle persone che fanno bene al mondo perché se loro esistono si può avere fiducia nei propri simili e nella natura che ci circonda, quella natura che lui, a tanti di noi, ha fatto conoscere.
Fiorenzo Gei è deceduto il 26 maggio 2017 in seguito ad un incidente.
(F. Mantelli, Boll. CAI Valdarno Inferiore, Fucecchio, 2018)