3 Luglio 2017 -

Contrasto al rilascio di bocconi avvelenati

Il Club Alpino Italiano, con il supporto del proprio Gruppo di lavoro sui Grandi Carnivori, segue con particolare attenzione e partecipato interesse lo sviluppo del ritorno di questi Grandi Predatori sul territorio nazionale ed in particolare sulle Alpi, considerandoli una ricchezza naturalistica e culturale del nostro paese.

Quale supporter ufficiale del progetto Life WOLFALPS si impegna in una capillare attività di informazione dei propri Soci e dei Cittadini in generale, sulle tematiche più stringenti inerenti l’argomento.

Particolare attenzione viene rivolta alle interazioni fra le attività antropiche e la rinnovata presenza di questi predatori.

Il Club Alpino Italiano sta constatando un pericoloso e grave aumento del fenomeno del rilascio indiscriminato di bocconi avvelenati nei più svariati ambiti.

Va ricordato che di fatto uccidere un animale costituisce reato ai sensi dell’art. 544-bis e 544-ter del codice penale, (uccisione e maltrattamento di animali), concetto rafforzato dalla recente ordinanza del Ministero della Salute del 13.06.2016, pubblicata sulla G.U. serie generale n°165 del 16/7/2016, recante: “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati.”

Giova, inoltre, evidenziare la grande pericolosità, anche per la salute pubblica, di questa tipologia di bracconaggio, dovuta alla sua totale aspecificità: diffondendo in ambito naturale sostanze tossiche si va di fatto a colpire indiscriminatamente qualsiasi tipo di animale sia selvatico che domestico, ma anche l’uomo, che si inserisca, suo malgrado, nella catena alimentare manomessa per scopi infidi, come, sono purtroppo, i bocconi avvelenati.

Il Club Alpino Italiano, condanna fermamente questi atti di bracconaggio e ribadisce che i problemi derivanti dai conflitti emergenti in seguito al progressivo ritorno dei Grandi Carnivori non possano e non debbano essere affrontati con queste odiose pratiche, ma richiedano il sistematico ricorso al dialogo e al continuo confronto aperto fra i vari portatori di interessi.

Il CAI da sempre si fa ponte e voce verso tutti coloro che frequentano la montagna o che vi operano per cercare, nel limite delle proprie possibilità, di contribuire all’instaurarsi di un difficile, ma possibile, equilibrio tra Uomo e Grandi Carnivori nella convinzione che abbandonando la strada del dialogo e del coinvolgimento, si abbandoni contestualmente la strada della dignità e del buon senso.

Per quanto sopra esposto il Club Alpino Italiano ritiene necessario supportare gli Organi competenti al fine di aumentare e rendere puntuale il monitoraggio e il contrasto di questo fenomeno di bracconaggio ed in particolare auspica:

 il completamento e la definitiva strutturazione dei Nuclei operativi di Cani antiveleno su tutto il territorio nazionale.

 che le Regioni, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, mediante il supporto tecnico operativo dei Servizi Veterinari ASL e degli Istituti zooprofilattici territoriali, svolgano in modo puntuale i controlli sui territori di loro competenza.

Il Club Alpino Italiano, pertanto, in coerenza con i propri principi statutari e con la visione delineata nel documento che il Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo ha approvato il 22 ottobre 2016, si impegna:

 a proseguire con sempre maggiore intensità nel fornire supporto agli enti ed istituzioni responsabili della gestione dei Grandi Carnivori

 a denunciare alle competenti Autorità ogni notizia inerente rilasci di bocconi avvelenati

 a incrementare le attività di formazione culturale verso i propri Soci e tutti i portatori di interesse allo scopo di formare coscienze sempre più consapevoli.

Gruppo Grandi Carnivori 26-06-2017

 

quanto apparso su Lo scarpone  il 3-7-2017

Il Gruppo Grandi Carnivori del Sodalizio propone più monitoraggio e contrasto al bracconaggio e

la definitiva strutturazione dei nuclei di cani antiveleno

Un pericoloso e grave aumento del fenomeno del rilascio di bocconi avvelenati a danno di grandi predatori come lupo e orso. È quello che sta constatando negli ultimi tempi il Club alpino italiano, attraverso il lavoro del Gruppo Grandi Carnivori.

A questo proposito il vicepresidente generale Erminio Quartiani ribadisce l’orientamento del Sodalizio: “con il ritorno dei grandi carnivori nelle montagne italiane, sono necessarie informazione, educazione e prevenzione per rendere possibile la convivenza dei grandi predatori con le attività umane e la frequentazione delle terre alte. Occorre impedire che atti sconsiderati e reazioni sproporzionate compromettano i fragili equilibri che si vanno instaurando nell’ambiente montano. L’aumento del rilascio indiscriminato dei bocconi

avvelenati è l’esatto contrario della ricerca di un possibile equilibrio tra uomo e grandi Carnivori. Il CAI, che è supporter ufficiale del progetto Life WolfAlps, si sta adoperando, anche attraverso il Gruppo di lavoro Grandi Carnivori, perché questa convivenza diventi

realtà e si impegna in una capillare attività che coinvolge i propri Soci, le Sezioni nel territorio e il rapporto con gli altri soggetti istituzionali e associativi interessati”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il coordinatore del Gruppo di lavoro Grandi Carnivori Davide Berton che afferma: “di fronte al pericoloso aumento del fenomeno del rilascio indiscriminato di bocconi avvelenati nei più svariati ambiti, va ribadito che uccidere un animale in questo modo è un reato, punito ai sensi dell’art 544 bis e 544 ter del Codice penale, come rammenta anche il Ministero della Salute che il 13 giugno dello scorso anno ha emanato una ordinanza che vieta uso e detenzione di esche e bocconi avvelenati”.

Berton rafforza il richiamo alle norme evidenziando che “si tratta di vero e proprio bracconaggio. Attraverso l’uso di sostanze tossiche

che entrano inesorabilmente nell’ambiente e quindi nella catena alimentare, si va a colpire potenzialmente qualsiasi tipo di animale

selvatico e domestico e indirettamente queste sostanze possono nuocere anche all’uomo. Il progressivo ritorno dei Grandi Carnivori

non può essere affrontato con queste odiose pratiche”.

Perciò, conclude Berton, il Gruppo Grandi Carnivori del Club alpino italiano propone l’aumento del monitoraggio e il contrasto del bracconaggio, anche per mezzo di denunce alle Autorità competenti, la definitiva strutturazione dei nuclei operativi di cani antiveleno su tutto il territorio nazionale, una maggiore presenza nei controlli da parte dei Servizi Veterinari ASL e degli Istituti zooprofilattici territoriali e una più ampia collaborazione tra istituzioni e portatori di interesse per realizzare veri e propri piani di prevenzione, informazione e formazione sul territorio che coinvolgano le popolazioni e gli stessi stakeholders.

Comunicato Club alpino italiano